“ Quasi continuando a esplorare i vuoti lasciati dalla scultura, e le assenze significative che questa può abitare, Michelangelo Consani realizza Colonna finitanel 2008, dove l’assioma brancusiano, a cui il titolo fa il verso, è reso in una serie di calchi in polvere di marmo di bicchieri di plastica, impilati uno sopra l’altro. Il marmo, pietra scultorea per eccellenza, è ridotto al carbonato di calcio puro di cui è composto e da cui oggi si trae profitto, distruggendo per esplosione le cave e con esse il delicato rapporto che lega il materiale alla storia della sua estrazione: un equilibrio tra utilizzo e risorsa che ha descritto l’orografia di un paesaggio e la storia dell’arte di un’intera tradizione scultorea. La finitezza della colonna allude all’esaurirsi della modernità e delle sue premesse, alle quali la famosa realizzazione di Brancusi ha fornito da ispirazione, alimentando tutte le speranze riposte dai minimalisti nel rapporto tra produzione seriale dell’industria e l’arte. La catena di oggetti rimasta in piedi nell’opera di Consani fa riferimento a una serie di bicchieri usa e getta, emblema di un modello consumista di impiego delle risorse e del materiale che meglio di altri rappresenta questo modello: la plastica. Rayon, bachelite, celluloide, resine, nylon, teflon, plexiglas, evocando i nomi di alcune delle materie plastiche si scorre una lunga storia dell’industria moderna, tra oggetti di design e fabbricazione di massa, e si risale a quel minimo comune denominatore, la lavorazione del petrolio, che ne accomuna le origini.”
Matteo Lucchetti