Attraverso una serie di misurazioni metriche Consani individua il centro del museo e stabilisce che, nell’allestimento della sua installazione, questo punto coinciderà idealmente con una precisa area geografica del mondo, la depressione caspica, ovvero il bacino aralo-caspico dove Asia e Europa si incontrano. In questo centro l’artista colloca un tavolo e due sculture. Una scultura è la copia della testa di Golia dal celebre Daviddel Verrocchio (1472-1475), l’altra è Il Malatiello, da un busto che lo scultore ‘minore’, il napoletano Vincenzo Gemito, realizza all’inizio del secolo scorso. Le due sculture si passano una patata con la bocca, in un gesto ‘metafisico di sospensione’ che potrebbe essere di scambio oppure di scontro, di bene o di male. Le teste, dunque, si trovano nell’area geografica della depressione caspica, quella dove l’occidente decadente incontra l’oriente emergente. Partendo da questo ipotetico centro, in corrispondenza delle posizioni geografiche di nascita/provenienza, Consani posiziona dei personaggi minori: agronomi, scienziati, economisti; nell’area corrispondente al Giappone troviamo ad esempio Masanubu Fukuoka padre della bioagricoltura; nella parte del museo coincidente con l’Italia, lo scienziato assistente di Guglielmo Marconi, Pier Luigi Ighina. Ciascun personaggio è rappresentato con delle patate dipinte e germoglianti. Una sorta di mappature del mondo e nel mondo, di quelle personalità individuali che possono aiutarci a trovare la via per una società più equa, conviviale e sostenibile salvandoci dallo ‘scontro’ tra il sistema capitalistico emergente e il moribondo modello occidentale. Scontro che, secondo l’artista, potrebbe segnare la fine di una civiltà.